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L'accoglienza speciale per Andrea De Nicolao
Andrea De Nicolao premiato da Federico Casarin

Una partita non come le altre non solo per la Reyer, ma anche e soprattutto per Andrea De Nicolao, che a Venezia ha lasciato non solo un pezzo di cuore, ma anche ricordi indelebili ed indimenticabili per ogni tifoso lagunare, non soltanto per i tre trofei ma anche per delle emozioni che resteranno cucite sul cuore del play oggi a Cantù

La partita l'ha vinta la Reyer nel finale contro una Cantù mai doma, ma oggi al Taliercio i riflettori inevitabilmente sono andati tutti su quello che è stato il ritorno di Andrea De Nicolao da avversario dopo un bel pezzo di carriera vissuto da giocatore lagunare e da vero protagonista: il palazzetto che per “De Nic” è stato casa si è presentato con il vestito da grande notte, quasi totalmente esaurito, vuoi per l'ottimo momento che la squadra di Spahija sta vivendo, vuoi per quello che è il ritorno di chi a Venezia ha scritto la storia.

Ricordi che scorrono, che inevitabilmente fioccano nelle menti dei 3386 tifosi del Taliercio oltre che in quella di quel Andrea De Nicolao che con la casacca Reyer ha giocato sette stagioni, sentimenti forse contrastanti per tutti ma la certezza è che l'ex capitano degli oro-granata ha lasciato ricordi speciali ed indimenticabili a tutta la piazza oltre che ad una società che è tra le più storiche e gloriose del panorama cestistico italiano.

De Nicolao e la Reyer, un legame indissolubile

380 partite giocate con la casacca Reyer (secondo di sempre alle spalle di quel Mike Bramos che a Venezia è considerato un Dio e che con Andrea De Nicolao ha condiviso gioie e trofei), 649 assist (primo di sempre nella storia del club) e tre trofei: basterebbe semplicemente questo per raccontare il peso specifico del ragazzo nativo di Camposampiero, cittadina in provincia di Padova, all'interno della storia oro-granata. 

Stasera - però - l'ex capitano è tornato per la prima volta da avversario e l'accoglienza non poteva che essere quella che si riserva ad un'icona, una bandiera: applausi scroscianti, pubblico tutto in piedi ad applaudire, emozioni che scorrono nelle menti e che lasciano pelle d'oca abbondante, lacrime che per i più aficionados sono difficilmente trattenibili, perché certe cose restano per sempre e ci si rende conto di quanto ora possa essere complicato ripeterle, indipendentemente da quanto questa Reyer stia disputando un ottimo campionato.

Premiato da Federico Casarin con un “quadro” raffigurante l'ultimo trofeo vinto da De Nicolao a Venezia, ossia la Coppa Italia del 2020, non pensiamo sia così difficile immaginare cosa è passato per la testa del #10 ora a Cantù: di certo uno scorrimento di ricordi, di tutto ciò che ha lasciato e che si porterà dentro, tra emozioni, amici e tante situazioni che magari difficilmente si sarebbe immaginato. La fortuna di vincere uno scudetto in casa in un'epocale Gara 7 contro Sassari nel 2019, una Fiba Europe Cup vinta nel 2018 e la Coppa Italia alzata nel 2020, tre trofei vissuti da protagonista, da giocatore vero, da leader: perché quella squadra aveva lasciato le chiavi a lui, per intensità e letture.

In una pallacanestro che non ha bandiere, in un mondo sportivo dove i contratti contano zero, la Reyer ha costruito in quegli anni un qualcosa di irripetibile, confermando per diversi anni uno zoccolo duro di giocatori entrati nella storia, anche e soprattutto stranieri (vedi Bramos e Stone) ma anche italiani che sono stati riaccolti tra applausi, emozioni e qualche inevitabile lacrima come Tonut ed ora De Nicolao. Si può definire una rarità quel percorso degli oro-granata, ma fatto di uomini veri, di persone che restano nella storia per le vittorie ma anche per i legami che si sono creati con la piazza. Ed oggi quei 3386 hanno omaggiato il suo ex capitano con cori, applausi e tanta emozione: giusto così, dopo 380 partite, 3 trofei e tante vittorie.

Nell'intervista post-gara che “De Nic” ci ha concesso ha raccontato le sue emozioni con parole importanti, sui trofei vinti, sulle 7 stagioni vissute a Venezia e sui meri numeri impressionanti che ha messo in piedi: “grandissime emozioni, per me è un momento quasi commovente, sono cose che succedono una volta nella carriera. Da parte mia, della mia famiglia posso solo che ringraziare tutta la città di Venezia che ci ha accolti così, porteremo questo momento dentro al cuore per sempre. Ho sempre vissuto la mia carriera day by day, grazie anche a questo modo di vivere la vita da cestista probabilmente mi ha portato ad essere quello che sono. Sicuramente all'inizio non ci pensi, poi però è bello voltarsi e vedere quanto di buono si è seminato. Quei tre trofei sono momenti indelebili, momenti che rimangono, ma lo scudetto vinto qui in casa è stato qualcosa che rimarrà scritto nella mia pelle, sudato fino all'ultimo nel mega caldo che c'era qui e ce lo ricorderemo tutti”.

La partita in cifre

Per ciò che riguarda il match, la Reyer ha conquistato due punti importanti contro la Cantù di Brienza, trovando la sesta vittoria consecutiva in campionato: una partita controllata da Venezia per circa 30' prima del rientro brianzolo fermatosi sul -3; in ogni caso la classifica arride in maniera importante alla formazione lagunare, che sarà tra le prime tre per un'altra settimana. Sei in doppia cifra per Venezia, con i 19 di Cole, i 14 di Parks, 12 con 12 rimbalzi di Horton, 11 di Wiltjer e 10 a testa per Nikolic e Bowman. Per i canturini 24 di Sneed, 21 di Bortolani, 18 di Basile e 10 a testa di Moraschini e Bowden.

Cole al tiro
Cole al tiro contro Cantù

Foto in evidenza: credit Reyer Venezia - Alessandro Scarpa

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