Eurolega rewind: la cavalcata trionfale del Fenerbahce
Nel 2017 la prima e finora unica vittoria dei turchi, insieme al nostro italiano Datome

Quando qualcuno si appresta a compiere una grande impresa, cerca sempre di trovare una figura di riferimento, in modo tale da poter conoscere la strada da seguire. Ecco, questo è uno dei casi in cui non si cercano precedenti, uno di quei casi in cui si diventa l'eroe da onorare e da copiare. Il Fenerbahce, ormai 8 anni fa, diventava la prima squadra turca ad issarsi a vincere il titolo di Eurolega, dopo anni anni di lavoro ed investimenti dirigenziali e manageriali. Un gruppo di ragazzi, chi giovane e voglioso di prendersi il palcoscenico, chi esperto e consapevole dell'incredibile occasione, pronti a tutto pur di ribaltare i pronostici e a fregiarsi dell'ambito titolo. Infatti, esclusi i due innesti di platino arrivati al Fenerbahce tempo prima dal Olympiacos - Sloukas e Antic- nessuno aveva avuto l'occasione di alzare il trofeo al cielo. E' anche vero però che una figura - e che personaggio - ha aiutato il Fener ha riscattare un nome mai troppo identificato con la parola successo: stiamo ovviamente introducendo l'allenatore Željko Obradović, il miglior coach di tutti i tempi in Europa, già vincitore di 8 coppe. Quindi, se ti senti di dover affrontare degli ostacoli troppo grandi e sei in cerca di ispirazione, fermati un attimo e immergiti nel racconto della stagione 2016/2017 e di come il basket europeo ha iniziato a temere il Fenerbahce.
La costruzione
Il Fenerbahce è considerato il team più importante della Basketbol Süper Ligi insieme ai rivali concittadini dell'Efes, ciononostante la reputazione attuale, un tempo non era la squadra blasonata di ora. Con l'avvento di uno sponsor prolifico come la mega azienda alimentare Ulker nel 2006, i fondi economici sono decisamente decollati, e la dirigenza ha potuto finalmente mettere le mani su top players che potessero rivoluzionare le condizioni della franchigia. Il successivo approdo sulla panchina di Obradovic nel 2013 ha dato la parola inizio ad una legacy anche su piano continentale. L'anno successivo il Fenerbahce arriva per le prima volta alle F4, concludendole al quarto posto. La stagione precedente al titolo è teatro della dominazione completa di campionato e coppa di Turchia, ma è anche l'anno in cui arriva la sconfitta in finale di Eurolega contro il CSKA Mosca. La squadra di Obradovic accumula esperienza e anche sentimento di riscossa dopo aver visto il trionfo totale così vicino, e si lancia con impeto verso una nuova stagione. L'acquisto di James Nunnally in estate si rivelerà il tassello mancante per una squadra perfetta con architrave il coach serbo. Il titolo nazionale è ipotecato facilmente con solo 2 sconfitte tra regular season e playoff con l'esplosione di Bogdan Bogdanovic, eletto MVP delle Finals. Inspiegabilmente arriva la sconfitta invece ai quarti di finale della coppa di Turchia. Qualche problema anche nella regular season di Eurolega, dato che i gialloblù chiudono solamente quinti, rischiando a tratti di passare dai play-in.
Le final four
Già dai playoff si intuisce un definitivo cambio di passo da parte del Fenerbahce, che stende in tre gare il Panathinaikos con le ottime prestazioni offensive di Bogdanovic, Udoh e Kalinic. I turchi arrivano dunque alle Finals, che si giocano proprio alla Ulker arena di istanbul, pronti a sfidare il Real Madrid. Un'atmosfera caldissima accompagna i giocatori all'entrata in campo: decisamente il pubblico potrà essere considerato un sesto uomo per il Fener. Infatti, la semifinale inizia con un allungo deciso dei turchi nel primo quarto. Risulta decisivo ai fini della realizzazione dei punti le intuizioni del play turco Bobby Dixon, capace di servire sotto canestro ugualmente bene sia Udoh che Vesely. Dal canto suo, il Real Madrid ha un unico squillo nello start del secondo quarto, in cui Llull, per distacco miglior giocatore dei camiseta blanca quella sera, riporta momentaneamente la situazione in parità. Le tattiche difensive di Obradovic sono efficacissime e in più la superiorità fisica dei gialloblù riesce ad opprimere il talento di giocatori del calibro della rising star Luka Doncic e Jaycee Caroll, incapaci di esprimere al cento percento il proprio gioco e di penetrare sotto canestro. Secondo e terzo quarto finiscono ancora una volta in favore del Fenerbahce, che gestisce il finale di partita nel modo migliore possibile con Datome che chiude i conti con un gran Lay Up e libero aggiuntivo. Il 21 maggio arriva la finale tanto attesa, il riscatto che Obradovic aspettava dall'anno precedente, e ad aspettarli l'Olympiacos, una squadra che aveva battuto il Fener durante la regular season e capace di chiudere la classifica davanti a loro. La parola pressione non passa neanche un attimo per la testa dei giocatori gialloblù. L'emblema è la prima palla giocata della finalissima: breve contesa, Vesely strappa il pallone scaricandolo per Udoh, che a sua volta lo scarica proprio a lui per chiudere con il canestro del primo vantaggio. E' l'inizio di una serata perfetta. In difesa e a rimbalzo si lotta alla morte, in attacco si costruisce a memoria, Bogdanovic è un killer fuori dall'arco. La banda greca capitanata da Spanoulis e Papanikolau si spegne sotto i fischi della bolgia della Ulker Arena; è un autentico massacro, non c'è modo di interrompere la cavalcata degli uomini di Obradovic, che chiudono il terzo quarto già sul +12. Gli ultimi 10' sono una formalità, si accende la festa dentro e fuori lo stadio. Un bellissimo abbraccio fra i due protagonisti Bogdanovic e Vesely, a cui pian piano si aggiungono tutti gli altri componenti del team, testimonia l'alchimia che si era creata fra i membri della squadra. Dopo la celebrazione con sollevamento del trofeo, va raccontato un ultimo curioso evento. Antic (calvo), geloso della chioma di Datome, aveva con lui in ballo una scommessa, ovvero che in caso di vittoria dell'Eurolega, l'italiano si sarebbe fatto tagliare il codino. Detto fatto: in diretta televisiva il macedone si trasforma in un barbiere e taglia i capelli all'ala piccola, fra l'incredulità di tutti. Quale modo più bizzarro di festeggiare?