Niang e Diarra sempre più determinanti: la grande crescita dei lunghi in casa Virtus
I due giovani numeri 5 sono una delle chiavi della grande crescita delle V nere sotto canestro. Due giocatori simili ma con percorsi differenti
Nel basket moderno, viste le partite sempre più frequenti, avere rotazioni profonde ed efficaci in ogni reparto risulta sempre più fondamentale. Guardando in casa Virtus Bologna, con un calendario fittissimo tra LBA ed Eurolega, è essenziale che ogni elemento sia pronto e riesca a dare il suo contributo quando chiamato in causa, come ribadito più volte da coach Dusko Ivanovic.
Nel reparto lunghi, ed in particolare sotto canestro, le V nere hanno allestito un duo giovane ma in grande crescita, composto da Momo Diouf e dal neo arrivato Aliou Diarra. Scelta rischiosa, soprattutto in una competizione europea dove l'esperienza è ancora un fattore fondamentale. Nell'andamento altalenante della Virtus eppure, i due ragazzi hanno dimostrato, pur mostrando ancora limiti nelle letture di gioco, una grande maturità, gettando sempre il cuore oltre l'ostacolo quando in campo.
L'evoluzione tecnica di Momo Diouf: verticalità e tecnica
Il lungo azzurro ha smesso ormai i panni della promessa per indossare quelli del pilastro. Tra buone cifre in Eurolega e un impatto costante in LBA, la stagione 25/26 potrebbe essere veramente quella della consacrazione.
L'esperienza alla NBA Summer League con gli Spurs nell'estate 2025 sembra aver lasciato un segno profondo. Diouf è tornato dagli USA con una consapevolezza diversa nei propri mezzi atletici. Se la verticalità è sempre stata nel suo DNA, la novità del 2025/26 è la capacità di assorbire i contatti. I dati mostrano un netto miglioramento nelle percentuali di conversione al ferro "nel traffico": Momo non cerca più solo l'acrobazia, ma usa il corpo per crearsi spazio, e sfrutta con maggiore attenzione il suo atletismo.
In difesa, la sua mobilità laterale gli permette di cambiare sui piccoli con maggiore efficacia rispetto al passato, rendendolo una pedina tattica cruciale per lo scacchiere difensivo virtussino, spesso chiamato a coprire ampie porzioni di campo.
Guardando le ultime tre partite, ciò che colpisce è la grande facilità nei movimenti spalle a canestro ed una sottovalutata dote nel sapersi muovere bene senza la palla per posizionarsi in maniera ottimale. Contro Reggio in LBA le sue chiusure difensive sono state le chiave della sofferta vittoria delle V nere, che in difesa hanno fatto molta fatica a contenere gli esterni biancorossi. Stessa cosa potremmo dire contro il quintetto piccolo dell'Efes, che gli ha permesso di sfruttare i suoi centimetri con maggiore serenità.
Diverso il discorso nella sfida contro il Maccabi, dove l'assenza di Smailagic lo ha reso la sua presenza ancor più fondamentale. Gli israeliani, sebbene navighino nella parte bassa della classifica dell'Eurolega, prima della gara contro le V nere erano decimi per rimbalzi catturati a partita (34.6) e terzi per rimbalzi offensivi con 12.7 a gara. Ed anche lì la sua presenza fisica ha fatto girare non poco la testa a Brissett, con Momo che ha chiuso per la quarta volta consecutiva una gara in doppia doppia.
La crescita silenziosa di Aliou Diarra: da sconosciuto a pedina fondamentale
E qui arriva il bello. Chi scrive ha sempre considerato questo giovane ragazzo, sconosciuto ai tanti fino a pochi mesi fa, un giocatore di grande prospettive che aveva solo bisogno del campo per potersi esprimere. A Bologna non erano convintissimi del suo innesto, forse dovuto ai primi problemi di adattamento in un mondo cestistico per lui completamente nuovo. L'etichetta che gli veniva bollata era quella classica della "scommessa rischiosa": un lungo dominante in Africa (MVP difensivo di AfroBasket) e intrigante in Summer League, ma tutto da verificare nelle spaziature asfissianti dell'Eurolega. A novembre inoltrato, i dati ci dicono che la scommessa di coach Dusko Ivanovic si sta trasformando in una certezza tattica, seppur quest'ultimo troppo spesso inspiegabilmente non gli conceda troppi minuti.
Dopo le prime settimane in cui era relegato nei bassifondi della panchina e costretto ad entrare solamente in garbage, Aliou ha dimostrato, pur essendo ancora acerbo in quanto a letture di gioco, sta dimostrando di essere un grande atleta ed un ottimo role player.
Il dato più superficiale riguarda le stoppate (0.8 di media in LBA in soli 11 minuti), ma l'analisi video mostra un impatto ben più profondo. Diarra sta eccellendo nella "Rim Deterrence": la sua sola presenza nel cuore dell'area altera le parabole di tiro avversarie e scoraggia le penetrazioni delle guardie, costringendo l'attacco a resettare l'azione o accontentarsi di mid-range jumper a bassa efficienza.
A differenza dei centri "vecchia scuola", il maliano ha inoltre mostrato piedi rapidi. Ivanovic lo sta utilizzando non solo in classica Drop Coverage, ma anche in situazioni di Hedge and Recover e, occasionalmente, in Switch sui piccoli. La sua apertura di braccia (wingspan) gli permette di oscurare le linee di passaggio anche quando è battuto sul primo passo.
La sua miglior prestazione in tal senso rimane quella contro il Monaco, dove, nonostante i pochi minuti, ha ben performato con 2 stoppate e 4 rimbalzi contro una frontline fisica come quella monegasca. Questo dimostra la sua capacità di reggere l'urto a livello fisico, assorbendo i contatti senza perdere la posizione verticale.

In attacco, Diarra non è (ancora) un creatore di gioco dal post basso, ma il suo utilizzo è chirurgico. La sua capacità di andare a prendere il pallone a quote siderali costringe le difese avversarie a collassare in area sul roll liberando spazio sul perimetro per i tiratori. Inoltre a rimbalzo offensivo Diarra ha un second jump che lo rende un incubo per i tagliafuori avversari, garantendo extra-possessi vitali per l'attacco virtussino. Contro il Maccabi, pur poco cercato sotto canestro, ha garantito fisicità ed aggressività, pur risultando ancora un po' troppo falloso, e per questo il suo minutaggio non è stato altissimo.
Questo è ancora il suo grande limite, la foga atletica spesso lo porta ancora a commettere falli evitabili, spesso abboccando alle finte di mestiere dei centri più esperti. Ci sarà inoltre da migliorare le percentuali ai liberi, che restano basse.
Prospettive future
In definitiva, la stagione 2025/26 della Virtus Bologna ci consegna una verità tattica inoppugnabile: la costruzione del reparto lunghi ha trovato la sua quadratura non nel singolo fuoriclasse, ma nella perfetta complementarietà tra Momo Diouf e Aliou Diarra.
Se presi singolarmente, i due rappresentano percorsi di crescita eccellenti; visti insieme, formano un sistema modulare che offre allo staff tecnico risposte per ogni tipologia di avversario. Da una parte c'è la tecnica di Diouf: il lungo moderno, capace di leggere il gioco, passare la palla e punire i mismatch con un lavoro di piedi ormai d'élite. È lui l'ancora emotiva e tattica, il giocatore da "sistema" che garantisce stabilità e IQ cestistico.
Dall'altra c'è un grande combattente come Diarra: energia pura, il vertical spacer che spacca le partite bloccate e terrorizza gli attacchi avversari con una rim protection che la Virtus non vedeva da anni. La sua evoluzione da scommessa a fattore dimostra che si può incidere in Eurolega anche senza toccare palla, semplicemente alterando la geometria del campo con l'atletismo.
Con la maturità di Momo e l'esplosività di Aliou, il pitturato bianconero è passato dall'essere un'incognita a diventare una delle chiavi di volta per le ambizioni stagionali, blindando il presente e, soprattutto, assicurandosi un futuro sostenibile e dominante.
