10 cose che l'Eurolega dovrebbe fare oggi, senza esitare
In un periodo che parrebbe di grandi cambiamenti ecco alcuni provvedimenti che potrebbero far crescere sin da subito Eurolega.
I rapporti con le squadre nazionali, la NBA e la questione “buyout”
Le finestre FIBA per le squadre nazionali fanno discutere da sempre.
Quando sembrava che vi fosse un avvicinamento tra le parti con la sosta di fine febbraio e quindi la disponibilità dei giocatori per le varie manifestazioni FIBA, anche a novembre quando quella sosta di EL non c'era, ecco che si sono verificate situazione inaccettabili.
Giocatori che giocavano il giovedì in EL e viaggiando di notte raggiungevano le proprie nazionali per scendere in campo nel giro di 24, 36 o 48 ore, piuttosto che altri a cui è stato negato il permesso dal club di difendere i colori del proprio paese.
Ora, se ci si accorda per una finestra in cui l'Eurolega si ferma, come è possibile che un club neghi il permesso ad un giocatore?
Come si può ritenere accettabile che una squadra di Eurolega “conceda” alla propria nazionale solo gli atleti meno significativi, quelli che non interessano più di tanto al club stesso, quindi trattati alla stregua di brocchi inutili? E non si racconti che si fa questo perchè si vuole collaborare, ma per favore!
Allora se ci sono accordi su finestre e soste, che i giocatori abbiano la chiara possibilità di scelta e che non vi siano ingerenze da parte dei club. Altrimenti, ed anche questa può essere una soluzione, sebbene meno popolare, che non si siglino accordi poi disattesi da divieti.
Sul tema NBA e la questione “buyout” urge ragionare con la lega di Adam Silver perchè troppo spesso vediamo casi di giocatori prelevati dalla NBA ormai anche giovanissimi, senza che abbiano fatto alcunché di significativo in Europa. Se non ci si accorda si va a svalutare sempre più il lavoro di chi quei giocatori li ha cresciuti: a chi interesserà più lavorare ad un settore giovanile di livello se tutto quel lavoro non porterà a nulla? Ed è un tema che riguarda anche i grandissimi club, non solo quelli più piccoli.
Oggi, con l'avvento dei NIL nei college americani la situazione è ancor più delicata ed urgente perchè le fughe di talenti non sono più solo verso il piano di sopra (NBA) ma anche verso quello di sotto (NCAA). E' necessario far pesare il valore formativo della lega europea di punta per contestare tutto ciò. Non può essere solo una questione di soldi, ma per farlo serve che tutte le componenti remino nella stessa direzione: proprietà, dirigenti e allenatori.

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