Troppo Hapoel Gerusalemme: è crollo verticale per la Reyer sul neutro di Belgrado
Gli oro-granata crollano senza appello sul neutro di Belgrado contro la corazzata israeliana, che vince in scioltezza

Pesantissimo rovescio per la Reyer, che sul neutro di Belgrado crolla in maniera netta contro la corazzata Hapoel Gerusalemme: molto negativo l'approccio al match per la formazione lagunare, precipitata in doppia cifra di disavanzo dopo neanche cinque minuti e sempre tenuta a distanza con buona facilità dagli israeliani. Non un bel rientro dalla pausa per Venezia, che dovrà provare a capire i motivi di questo rovescio.
Una partita che - di fatto - non è quasi neanche iniziata per la Reyer sul neutro di Belgrado contro un Hapoel Gerusalemme troppo più forte, talentuoso e fisico: che la formazione israeliana fosse una corazzata era più che chiaro a tutti, ma proprio per questo era lecito attendersi qualcosa di diverso in termini di attenzione, concentrazione, qualità e personalità da parte degli oro-granata. Tanto da riguardare per coach Spahija, che certamente non si aspettava il 98-66 del 40': una pesantissima lezione per Tessitori e compagni, chiamati a reagire fin da domenica in campionato contro Cantù.
All'Hala Sportova Ranko Zeravica va in scena un vero e proprio show totale dell'Hapoel Gerusalemme, che manda sei giocatori in doppia cifra: 18 con 9 assist per Harper, 15 per Carrington e Zoosman, 12 per Winston, 11 per Skapintsev e 10 per Wiley. La Reyer ne ha 12 da Cole ed 11 da Bowman, ma da questa serata non c'è veramente niente da salvare: forse la voglia di Tessitori, l'unico che sostanzialmente non è uscito dalla panchina nel primo tempo chiuso sotto di 21 lunghezze. In classifica la squadra lagunare scende 4-5 come record, mentre gli israeliani volano a 7 vinte e due perse, agganciando Lubiana in testa nel gruppo A.

Troppo Hapoel? Sì, ma questa non è la vera Reyer
Dove iniziano e dove finiscono i meriti dell'Hapoel Gerusalemme ed i rispettivi demeriti della Reyer? Sicuramente la formazione israeliana è con il Bahcesehir una delle primissime candidate (se non la prima) alla vittoria dell'Eurocup e ciò fa sì che il ko lagunare sia anche “accettabile”, ma questa non può e non deve diventare una scusante per ciò che si è visto (o meglio, non si è visto) nell'arco dei quaranta minuti. La formazione di coach Alon ha dimostrato per l'ennesima volta di essere una vera e propria corazzata, un mix perfetto di talento, fisicità, atletismo ed organizzazione nelle due metà campo, schiantando sin dalla palla a due i lagunari. Nel primo quarto israeliano c'è tutto ciò che ci si aspettava per qualità e caratteristiche: ritmi altissimi da rimbalzo difensivo o da palla recuperata, ottimo giro-palla a liberare i tiratori dall'arco ed una presenza decisamente imponente sotto le plance con Wiley, Skapintsev e Zoosman.
Da par suo - però - la Reyer ha approcciato malissimo la partenza, subendo la fisicità avversaria, non trovando soluzioni valide in attacco che non fossero semplici giocate estemporanee e subendo in maniera pesantissima a rimbalzo: la reazione è stata accennata con il canestro del -5, ma è durata il tempo di una mera illusione. Tutto ciò che non si doveva fare contro una corazzata come quella israeliana è sostanzialmente stato fatto, tra il pessimo approccio, la scarsa presenza a rimbalzo, una precisione al tiro di molto insufficiente (23% dall'arco) ed un numero sconsiderato di palle perse. Tutta benzina per l'Hapoel Gerusalemme, che dopo essersi acceso non ha avuto problemi nel travolgere la formazione di Spahija. Certamente gli israeliani sono superiori, ma il -32 non è testimonianza del reale valore della stessa Reyer, travolta comunque in ogni voce statistica oggi: 131-47 la valutazione di squadra, 47-29 i rimbalzi, 24-16 gli assist. Sicuramente peggior partita al rientro dalla sosta non poteva capitare agli oro-granata vista la caratura dell'avversario, ma era lecito e logico aspettarsi qualcosa in più sotto tutti i punti di vista, dalla prestazione a livello qualitativo a quella mentale, soprattutto per personalità. Tantissimo da lavorare, ma l'Eurocup non aspetta: serve un cambio di passo nell'immediato per non rischiare grosso.

