Osman trascina il Panathinaikos alle F4: fuori con onore un Efes mai domo
I greens controllano il primo tempo e poi resistono al tentativo di rimonta della squadra di Banchi, conquistando così le F4

Il Panathinaikos non sbaglia in una Gara 5 che li ha visti sempre al comando: il sogno dell'Efes e di coach Banchi si interrompe nell'inferno di OAKA, ad un passo dalle F4. Sarà ancora Ataman a percorrere la strada che porta verso Abu Dhabi: per i greci c'è l'obiettivo back to back da poter concretizzare.
Ed alla fine alle F4 ci va il Panathinaikos di Ataman: niente da fare per un Efes che ha tentato la rimonta, ma paga pesantemente la lotta a rimbalzo ed un avvio contratto in balia dei greens. La formazione di coach Banchi ha dato fondo a tutte le energie che aveva per rimettersi dentro la partita, uscendo - però - sconfitta negli ultimi 180 secondi: è la seconda volta consecutiva che i greens trovano le F4, con Ataman che può concretizzare ciò che gli è riuscito quando era alla guida proprio della formazione turca da lui eliminata, ossia un clamoroso ed epico back to back. Finisce 75-67 una partita a due volti: controllata dai greens per oltre 15' prima della rimonta di Larkin e compagni, orchestrata in particolar modo da Elijah Bryant, stoppata nel finale dal solito Cedi Osman, che trova nuovamente la miglior notte della sua carriera contro la sua ex squadra. La legge dell'ex - dunque - infilza coach Banchi ed il suo Efes, che con orgoglio ha cercato in tutti i modi di mettere in crisi un Panathinaikos tutt'altro che perfetto ed irresistibile, ma mai realmente scollato. Una serie bellissima, che porta alle F4 i greens, tra mille polemiche evitabilissime: quando a parlare è stato il campo - però - ci si è divertiti e non poco.
Tre in doppia cifra per i padroni di casa, guidati dai 28 con 8 rimbalzi di un devastante Osman, dai 12 con un bruttissimo 4/16 dal campo di Nunn e dagli 11 con 8 rimbalzi di un Grant sempre utilissimo e determinante nel finale. Due in doppia cifra per i turchi, che ne hanno 16 con 4/13 dal campo da Bryant ed 11 con un identico 4/13 dal campo da Larkin. Poirier, fattore nelle prime uscite, ha chiuso con 6 punti: evidente la non perfetta condizione fisica dell'ex lungo del Real.

Rimbalzi, difesa ed Osman: il Panathinaikos vola alle F4
Una partenza forte, a mettere le cose in chiaro, è bastata al Panathinaikos per avere ragione dell'Efes: un incendiario Osman ha messo a ferro e fuoco con 12 punti in 7' di primo quarto la difesa turca, guidando i suoi sul +8 al 10'. La prima vera chiave di volta di una G5 che si può riassumere nel più classico del win or go home sta proprio qui, nell'approccio devastante del grande ex e - più in generale - della squadra di Ataman, concentratissima e determinata nel riuscire a spegnere ogni fonte di gioco turca, mettendo un'aggressività a rimbalzo che probabilmente mai si era vista prima. I greens hanno proseguito nel loro dominio totale con un terrificante 18-3 in 4'23" di secondo quarto che ha fatto sprofondare Larkin e soci sino al -23 con 8 punti di Nunn a dare ulteriore benzina al serbatoio della formazione di Ataman, con una difesa mostruosa, un'aggressività sul pallone e sugli esterni turchi che non si era mai vista nelle 4 precedenti partite; ma è qui che di fatto si spegne il motore del Panathinaikos: Larkin e Bryant danno ossigeno, la difesa turca inizia a lavorare di squadra mettendo sassolini negli ingranaggi greens ed ecco che da -23 ci si trova al -11 del 20', un affare per Banchi.
Nel secondo tempo la formazione turca riesce a crescere a rimbalzo, difende meglio sugli esterni del Pana e riesce a rimettersi in singola cifra di svantaggio grazie ad un buon impatto dei lunghi, finalmente innescati meglio e più presenti nel gioco: la rimonta - però - non si concretizzerà mai perché i greens con lucidità riescono a dare qualche piccola spallata con le giocate varie di Sloukas ed Osman, vero MVP di serata con i suoi 28 punti (8/15 dal campo, 8/8 in lunetta, 8 rimbalzi, 7 falli subiti e 32 di valutazione), trovando quell'energia che serve per serrare i ranghi in difesa, reggendo il colpo sull'ultimo tentativo di sfuriata turca. Il canestro più importante però lo realizza Jerian Grant, letteralmente uomo ovunque: l'ex Milano è letteralmente perfetto nella difesa su Larkin e sugli altri esterni dell'Efes, togliendo a Banchi ogni riferimento offensivo. Logico pensare che il 50-35 a rimbalzo e le brutte percentuali dal campo dei turchi facciano la differenza, ma il successo parte dal complessivo 11 su 37 dal campo che raccolgono Larkin, Dozier e Bryant contro la difesa aggressiva dei greens.
