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Final 4 2025, Etihad Arena - Abu Dhabi

E' da sempre la quiete che precede la tempesta, è da sempre il giorno in cui si cerca di tirare fuori qualcosa dai protagonisti senza quasi mai riuscirci a causa di tante parole che non sono altro che un cliché al via, per ora solo mediatico, della manifestazione.

Il sipario sulla Final 4 di Abu Dhabi si è alzato tra curiosità, scetticismo ed uno sguardo al futuro che in realtà nessuno ha la minima idea di come sarà.

Tre squadre c'erano già a Berlino, una era comunque presente a Kaunas l'anno prima quindi si può tranquillamente parlare di un'edizione dove il concetto di esperienza sarà al solito importantissimo ma altrettanto condiviso.

Mike James, Ergin Ataman, Sasha Vezenkov e Georgios Bartzokas

Ecco quindi Mike James dirci in serata che «non cambia nulla per me rispetto a Kaunas, no, proprio nulla» dopo aver deliziato tutti con una serie di espressioni facciali semplicemente da fuoriclasse del palcoscenico durante la conferenza stampa di mezzogiorno. Capolavoro il suo «ma come ti viene in mente di fare una domanda simile?» ad un giornalista un po' fantasioso.

Ci abbiamo provato chiedendogli dei tiri vincenti di Kill Bill, ma non ci è cascato: «Non me ne ha mai parlato». Bugìa?

Ataman non cambia di una virgola: «Vinceremo»,tuttavia tradisce una certa preoccupazione. Il suo Pana è squadra di campioni ma raramente squadrone in stagione. La presenza di Lessort potrebbe anche essere derubricata a “mind games”.

Bartzokas e Vezenkov sin dalle prole del Louvre, sede della presentazione mattutina, sembrano straordinariamente concentrati ma anche nel loro caso una certa tensione si vede eccome. 

Bartzokas, Vezenkov, Spanoulis and James durante la conferenza stampa di apertura delle F4

Proviamo a sollevarlo da quella tensione partendo da un «giocate la miglior pallacanestro da tre, quattro anni…» ed in effetti il sorriso è di una naturalezza disarmante, del tipo “qualcuno che lo riconosce, eh? Qualcuno che va oltre il se non vinci sei fuori…”. Sì Coach, è così: giocate la miglior pallacanestro da anni e chi pensa che il tuo futuro debba essere legato al trofeo sollevato o meno domenica sera col basket e lo sport ha ben poco a che fare.

Il Coach ci dirà poi che questo Oly oggi ha un'iniezione di talento notevole col ritorno di Sasha e l'arrivo di Fournier: reinserire l'ex Kings è stato semplice vista la conoscenza reciproca dai tempi del Barça, avventura che nessuno ha capito allora in Catalunya e che a ben vedere forse non capirebbero nemmeno oggi.

Nik Melli, Saras Jasikevicius e Vassilis Spanoulis, anzi… Kill Bill

Nik Melli sta bene, si vede, ed è un'ottima notizia dopo lo stop durante la serie con Parigi. Sorridente, sul pezzo come sempre, non casca nel tranello della domanda sulla difesa a zona: «Le tue solite domande tattiche di cui non ho idea…» Mmmhh…

Jasi scaccia la pressione con una brillantezza che per taluni è solo di facciata ma in fondo lui è così: ricordate cosa rispose proprio sul concetto di pressione qualche tempo fa? Quello «speriamo di iniziare la gara in orario quest'anno» ha alzato l'asticella della comunicazione sin dal primo istante di queste F4.

Quindi Pana, Fener, Oly e Monaco.

Monaco, appunto. Ovvero Spanoulis, oppure V-Span, Billy o Kill Bill. Appare timido, quasi eccessivamente, alza di rado lo sguardo verso la platea in mattinata, non incrocia mia lo sguardo con Bartzokas. «Il mio legame con l'Olympiacos resterà eterno, ma domani non si guarda in faccia nessuno e si combatte per 40 minuti».

Kill Bill ha la faccia di una ferocia comunicativa unica che prova a celarsi dietro ad un'umiltà che non può prevalere. Resta una grande virtù, ma quando si traduce appunto in ferocia rende la battaglia ogni volta più possibile.

«Se in questo lavoro non sei un po' presuntuoso e saccente è impossibile farlo» ci disse una grande mente cestistica. 

Ecco, Kill Bill oggi ci ha lasciato la netta impressione di chi è lì come l'ultimo arrivato, sia chiaro solo in panca, ne ricava la dovuta umiltà ma ha chiarissimo il quadro del cosa fare, come farlo e soprattutto quando.

Se giornata di sole sensazioni doveva essere allora possiamo dire che lo è stata. Solo quello, nulla di più perchè l'Oly resta il grande Oly di questi anni, ma oggi un Emirato è sembrato molto vicino al… Principato.

 

 

 

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