Ancora rimpianti Milano. L'Olimpia lotta ma cade a Barcellona
Buona partita degli uomini di Messina che sono puniti da Clyburn e da percentuali deficitarie. Ancora una volta un finale mal gestito aumenta l'amarezza.

Al Palau Blaugrana, l'Olimpia gioca una buona partita ma un altro finale confuso che diventa doloroso, la condanna alla sconfitta. Il Barcellona batte Milano 74-72 e consegna agli uomini di Messina un'altra nottata di rimpianti e una classifica impietosa (2-5).
La cronaca
Inizio forte di Shields e di Milano (0-7). Il danese segna 8 dei primi 10 Olimpia, che complice una difesa blaugrana non irreprensibile, ha un buon piglio in attacco. L'asse ceco, Satoransky-Vesely, permette ai padroni di casa di restare in scia e le prime disattenzioni milanesi, regalano due contropiedi a Clyburn, dando una grossa mano ai catalani a restare a contatto.
Dunston è bravo a farsi trovare pronto e firma 6 punti consecutivi per concludere il primo quarto avanti di 5. Le note liete per i biancorossi sono in continuità con quelle della pur amara serata contro Valencia. Brooks non attende il secondo tempo e parte perfetto dall'arco e firma il +8 (14-22).
Il Barça cerca di correre appena possibile per evitare di attaccare a difesa schierata, dove è molto legata alle iniziative del talento che ha a disposizione, specialmente Punter. Ma l'ex di serata trova pane per i suoi denti in un caldissimo Brooks che, dopo le triple, vola sopra il ferro, entrando in una ideale top ten del turno. Shields e Brooks son in doppia cifra già a metà secondo quarto e non son i soli i segnali positivi. C'è voglia, c'è l'intensità, oltre alla capacità di sfruttare le abbondanti lacune difensive degli uomini Penarroya.
L'Olimpia fiuta il nervosismo e la pressione che accerchia la squadra di casa e con un'energia encomiabile alza il tono in difesa e trova sempre la zona corta della coperta blaugrana. Un nuovo 7-0 conduce al massimo vantaggio ospite (30-41). Il Barcellona perde alcuni palloni agghiaccianti (9 per tempo). Tuttavia ad aver rimpianti alla sirena dell'intervallo saranno proprio i meneghini. Norris e Clyburn inventano due triple forzatissime, Ricci ne spreca una apertissima. Dopo 20' il tabellone recita 36-41, con il Barça a benedire qualche canestro difficile e il dato sui rimbalzi (20-14 e 7-3 gli offensivi).
E i cattivi presagi sembrano materializzarsi all'inizio della ripresa. Il Barcellona rientra con maggiore intensità e soprattutto sulle linee di passaggio aumenta la pressione sull'attacco di Milano. Così si riavvicina sfruttando qualche palla persa di troppo per gli ospiti. Clyburn è il motore dell'aggancio e con un palazzo, ora si in partita per il verso giusto e non per mugugnare, è Satoransky con due bombe consecutive a dare il primo vantaggio di serata sul 57-56. L'Olimpia non vive la secca offensiva patita a Monaco di Baviera e anzi l'attacco cala, non tanto per la qualità dei tiri ma per qualche palla persa di troppo e per una palla che non entra con costanza.
L'atteggiamento è continuo e giusto, viene pareggiata la nuova ferocia dei padroni di casa e il risultato resta sul filo. Il vero problema è l'arrivo alla partita di Kevin Punter.9 punti nel terzo quarto (dei 13 totali) per la stella da Tennessee e il Barcellona approccia l'ultimo periodo avanti di 3 lunghezze (64-61).
Il Barcellona esaurisce la spinta offensiva del terzo quarto (28 punti), Milano purtroppo si adegua alle perse (18-14) banali dei padroni di casa, ma altrettanto sistema la lotta a rimbalzo anche frutto di una palla che circola e di tiri ben costruiti e più in generale della difesa avversaria sempre mossa.
La partita è ora più legata agli sforzi difensivi con Bolmaro e Clyburn che regalano un paio di sequenze di altissimo livello. Sale anche il livello di Vesely e con 4 punti consecutivi porta avanti i suoi (69-65). L'Olimpia è ancora presa sulle spalle da Bolmaro che alterna difesa e accelerazioni offensive (e qualche palla persa, 4) e si arriva agli ultimi due minuti in parità.
Milano subisce un altro parzialino di 4-0 a firma “Virtus” con Shengelia e Clyburn, il migliore di serata, e vola sul 73-69 con 29'' da giocare. Sembra finita, ma la tripla di Brooks e un libero sbagliato da Shengelia regalano ancora una volta un possesso per vincere. Come altri finali già visti, poca lucidità nella gestione finale di Guduric e la tripla di Shields è un airball. Si chiude con una sconfitta, un'altra, con tante cose positive ma, ancora una volta, più rimpianti.
Le chiavi
Milano è 2-5 e seppur il campo ha sempre ragione, è quanto mai corretto, se non dare tutte le attenuati, almeno contestualizzare questo record. Stasera l'Olimpia ha avuto una buona continuità di rendimento, di intensità difensiva e pochi ma letali passaggi a vuoto, culminati soprattutto nelle palle perse. Turnover, problema nelle prime uscite, ben regolate da li in poi (terza in classifica per minor numero di perse) e di nuovo un problema stasera (14, 6 nel primo tempo, 5 nel solo quarto periodo).
Altra chiave importante, che fino ad oggi vedeva Milano eccellere, è la percentuale dall'arco. Quinta col 38% abbondante, stasera un 25% che punisce oltre i demeriti dei ragazzi di Messina. Dolorosi gli 1/6 di Shields e Ricci, con il capitano che sbaglia la tripla del sorpasso in transizione con meno di un minuto da giocare. Non un problema di costruzione, e questo può far ben sperare, ma un difetto balistico che nella nottata del Palau è stata costante, specialmente nei momenti importanti del match. Certo il finale, ma anche nel primo tempo col Barça in grande difficoltà o nel terzo periodo con il Barça in gas.
Certo il finale si diceva. Lucidità che è mancata ancora una volta. A Belgrado, in casa contro Monaco e Valencia, anche stasera l'Olimpia ha avuto la palla per vincere. Ancora una volta una gestione deficitaria di Guduric, indeciso e troppo lento a prendere una decisione, mettendo in mano a Shields un pallone troppo complesso e improvvisato.
Tutti dettagli da limare, che accrescono i rimpianti ma che devono dare motivazione per la strada intrapresa. Vero, l'Eurolega non ti aspetta e le avversarie son temibili. Come il Barcellona. Onestamente una squadra che non esalta, che evidenzia tanto i problemi, che si trascina certo non da quest'anno, ma che è anche lunghissima e ricca di talento offensivo.
Se avesse senso parlare di vittoria non meritata, stasera potrebbe esserne un esempio. 18 palle perse, alcune di disarmante banalità, una difesa poco intensa (specialmente nel primo tempo) e che è spesso in balia dopo pochi palleggi e un attacco troppo legato alla vena dei singoli. Eppure record positivo con la W di questo primo turno della settimana.
Clyburn (alla 250ima partita in EL), conferma la positiva partita del weekend segnando 17 punti ma soprattutto per lo switch difensivo del secondo tempo, guidando i suoi, se non alla perfezione ad una intensità aumentata. Tutto ciò, tra forzature, scelte non sempre precise ma anche il canestro decisivo. La squadra di Penarroya ha saputo cavalcare i suoi leader tecnici ed emotivi, trovandone appiglio nel talento nei diversi momenti di difficoltà dei primi 20' e trovando canestri importanti nella ripresa, tra il terzo quarto di Punter (0 nel quarto periodo). Da sottolineare l'irreale 55% dall'arco di Satoransky (stasera 11 con 3 su 4), che sta viaggiando a percentuali nuove per le sue caratteristiche e che anche stasera ha dato il suo apporto.

