Beffa a Belgrado: la Virtus si spegne sul più bello, la Stella Rossa vince 90-89
Un solo punto separa le V nere dall'impresa alla Stark Arena. La Stella Rossa vince una battaglia di nervi e muscoli, punendo una Bologna eroica che si vede sfuggire il colpaccio all'ultimo respiro.
In una notte di puro dramma agonistico sul parquet incandescente della Belgrade Arena, la Virtus Bologna sfiora l'impresa leggendaria cedendo solo all'ultimo respiro contro una Stella Rossa cinica e spietata che sigilla il risultato finale sul 90-89, lasciando ai ragazzi di coach Ivanovic l'onore delle armi ma anche il rimpianto per una vittoria sfuggita.
Il match della diciannovesima giornata di Eurolega si trasforma in una battaglia epica decisa dai dettagli minimi, dove la straordinaria serata realizzativa di Carsen Edwards non basta a compensare la solidità corale dei serbi trascinati da un Miller-McIntyre in versione MVP. Mentre la Virtus ha dimostrato di poter dominare fisicamente e tecnicamente anche nei contesti più difficili d'Europa, la gestione dei possessi finali e le prestazioni opache di alcuni elementi chiave come Matt Morgan e Alen Smailagic hanno pesato come macigni sull'economia della gara. La Stella Rossa ha saputo capitalizzare ogni incertezza difensiva bolognese, trovando in Jordan Nwora il grimaldello per scardinare la resistenza ospite. Per Bologna resta l'amaro in bocca per un tiro della vittoria spentosi sul ferro, ma anche la consapevolezza di aver trovato in Luca Vildoza un leader capace di guidare la squadra nell'inferno di Belgrado, in attesa di una continuità che deve passare necessariamente dal contributo di tutto il roster.
La partita
Si inizia nel segno di Jordan Nwora, che attacca bene gli spazi e sigla i primi 6 punti della Stella Rossa, per la Virtus rispondono Momo Diouf e Karim Jallow, mentre come al solito va un po’ a rilento nei primi minuti Carsen Edwards, che ci mette 5 minuti e alcuni tentativi a vuoto per infilare la prima tripla. Inizio contratto delle due squadre, che viaggiano a ritmi piuttosto blandi in attacco ma sono invece molto aggressive in difesa, dove entrambe eccellono. Quella a zona dei biancorossi inizia a farsi aggressiva, con l’ex di turno Ojeleye sempre pronto a contenere Edwards, che però inizia a prendere confidenza e ad alzare le percentuali. Le palle perse sono sempre un problema per gli uomini di Dusko Ivanovic, che concedono già troppi errori gratuiti agli avversari. Il dominio a rimbalzo offensivo della Stella Rossa e le accelerazioni di Miller-Mcintyre e di Butler piazzano il parziale di 7-0 che segnano il primo allungo della partita (23-13).
La Virtus torna sotto trascinata dalle giocate di Edwards e da un Luca Vildoza subito caldo da 3 punti. I due esterni piazzano il mini break di 5-0 con cui le V nere provano a rosicchiare punti dopo 12 minuti di gioco (25-20). Comincia ad alzarsi il muro degli ospiti, con la Stella Rossa costretta a tanti tiri forzati, alcuni risolti solamente grazie all’esperienza di senatori come Nikola Kalinic. Sono sempre le lotte sotto canestro che decidono l’andamento della gara, con i padroni di casa più aggressivi e lucidi nei taglia fuori. Carsen Edwards supera già la doppia cifra, e dopo 15 minuti di gioco è già a quota 12. Il prodotto di Purdue è letteralmente immarcabile in questa fase, con Davidovac in netta difficoltà sui suoi primi passi. Il gioco spalle a canestro di Momo Diouf riporta la gara in parità (30-30). Torna poi a dominare Cody Miller Mc-Intyre, che piazza un parziale di 6-0 tra punti in transizione ed un assist illuminante no look per Izundu. Entra molto bene in partita Nikola Akele, che blocca bene e conquista preziosi rimbalzi. È proprio una tripla dell’azzurro che segna il nuovo sorpasso virtussino, con gli ospiti che chiudono il primo tempo avanti 45-46.
Si riparte con l’immediata tripla di Ojeleye e la risposta di un Carsen Edwards stasera in grande forma e vero incubo per la difesa della Stella Rossa. Lui e Nwora sono i protagonisti di questo inizio di secondo tempo, con entrambe le squadre molto precise in attacco. Il canestro di Miller-Mcintyre chiude 3 minuti stellari dal punto di vista realizzativo, con i padroni di casa che tornano avanti (57-56). Da qui in poi i serbi vanno in grande difficoltà. Gli uomini di Obradovic sono molto poco aggressivi nei close-out e collezionano troppe palle perse, e la Virtus ne approfitta per colpire dall’arco e punire gli errori. Bene per gli ospiti sia Vildoza che Alston Jr, con le percentuali che si alzano piano piano, soprattutto dall’arco (8/19 totale fin qui). Un grande recupero di Vildoza con canestro in campo aperto dello stesso argentino danno alla Virtus il massimo vantaggio (60-66). Si svegliano poi i padroni di casa, che alzano l’intensità in difesa azzeccando i raddoppi, e piazzano un 6-1 di parziale riportandosi a meno uno (66-67). Gli uomini di Ivanovic pagano in termine di energia e la partita si riporta in parità dopo 30 minuti di gioco (70-70).

Gli ultimi 10 minuti si aprono con ritmi rallentati, con le due squadre che appaiono stanche dopo i ritmi forsennati del terzo quarto. Saliou Niang, fino a qui in ombra, prova a regalarsi spazi sotto canestro, segnando punti preziosi. Per il resto le percentuali si abbassano, e i possessi offensivi sono poco ben costruite soprattutto per la Stella Rossa. Il primo canestro su azione dei padroni di casa arriva dopo oltre 4 minuti con il solito Jordan Nwora, mentre per la Virtus è il solito Vildoza a prendersi la squadra in mano. Si segna poco e la poca energia delle V nere in questo finale desta preoccupazione. Carsen Edwards si è spento in questo ultimo parziale, ed Ivanovic lo sostituisce. Pajola fa il lavoro sporco in difesa e colleziona due recuperi fondamentali, con anche Jallow che ben figura nell’uno contro uno. Il finale punto a punto vede protagonista Semi Ojeleye, che si fa spazio sotto canestro e domina al ferro, sfruttando gli errori di comunicazione di una Virtus un po’in bambola. Un Miller McIntyre sempre fondamentale come assist-man e le solite penetrazioni di Nwora piazzano il parziale di 5-0 per la Stella Rossa a 2 minuti dalla fine che rischia di spaccare definitivamente la partita (86-81). Si riaccende però Edwards nel momento decisivo con 5 punti consecutivi (fanno 29 totali per lui) che riavvicinano le V nere sul meno uno a 40 secondi dalla fine (88-87). Il giro in lunetta di Vildoza riporta gli ospiti avanti, ma una brutta difesa sul possesso successivo consentono un facile canestro a Butler che firma il controsorpasso. La tripla decisiva di Edwards si stampa sul ferro e la Stella Rossa trionfa per 90-89. Un’altra partita alla portata buttata per la Virtus in trasferta, che non riesce a dare continuità al trionfo di Mercoledì contro il Partizan.
Le chiavi
Il duello tra Codi Miller-McIntyre e Carsen Edwards. È stata una sfida stellare tra due filosofie di gioco. Da una parte il numero 3 bianconero, una tempesta di fuoco capace di segnare in ogni modo, trascinando la Virtus nei momenti di siccità offensiva. Il prodotto di Purdue ha chiuso con 29 punti. Dall'altra Miller-McIntyre, il vero direttore d'orchestra serbo: meno esplosivo ma molto più cerebrale nel gestire i ritmi e nel punire i cambi difensivi di Ivanovic. La capacità di CMM di coinvolgere i compagni sotto pressione è stata, alla fine, più pesante dei canestri puramente individuali dell'americano della squadra bolognese. Il numero 0 chiude con 21 punti e 10 assist, confermandosi una macchina da doppia doppia costante.
La Stella Rossa ha vinto la partita nei "punti sporchi". La fisicità di Nwora e l'energia debordante di Moneke hanno permesso ai serbi di restare a galla quando la Virtus sembrava aver preso il controllo del gioco. I rimbalzi offensivi e i canestri di pura voglia nel terzo quarto hanno impedito a Bologna di scappare oltre le due cifre di vantaggio, mantenendo il match su binari di equilibrio che hanno poi favorito i padroni di casa nel finale.
In un finale punto a punto, la Virtus ha pagato carissimo un paio di palle perse banali e una gestione dei falli non impeccabile. Mentre la Stella Rossa ha trovato la freddezza di andare in lunetta con continuità, Bologna ha forzato un paio di conclusioni (specialmente con Morgan e Edwards) che avrebbero richiesto una circolazione di palla più paziente, simile a quella vista nel secondo quarto.
Per quanto riguarda le prestazioni, oltre le due già citate delle due guardie americane, per la Virtus bene Luca Vildoza, grande ex della partita, che ha giocato con una personalità incredibile. 16 punti e la capacità di zittire il pubblico serbo con triple pesantissime. Per la Stella Rossa altra solida prestazione di Jordan Nwora, che ha punito sistematicamente ogni rotazione difensiva pigra della Virtus, dimostrando una solidità fisica che ha messo in crisi le ali bianconere. Il nigeriano chiude con 20 punti.
Male invece Matt Morgan, che ha chiuso con soli 3 punti e troppe incertezze nella gestione del pallone. In una gara così fisica, ha sofferto la pressione asfissiante di Miller-McIntyre e non è mai riuscito a entrare in ritmo. Non bene neanche Alen Smailagic, che ha sofferto terribilmente l’ambiente, segnando poco e commettendo diversi falli ingenui che lo hanno tolto presto dalla partita. Per la Stella Rossa un po' deludente la prova di Nikola Kalinic, che ha faticato a trovare la via del canestro e ha commesso errori insoliti per il suo pedigree in fase di impostazione, ma ha comunque gestito la partita con la sua esperienza.
