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Un anno fa, il nome di Sergio De Larrea era conosciuto soltanto dagli addetti ai lavori. Giovane talento spagnolo, venti anni a dicembre, aveva vissuto una stagione in crescita ma con poca costanza, fatta di minuti centellinati ma preziosi fino ai playoff di EuroCup e qualche buona prestazione nella cavalcata del Valencia in campionato fino alla finale scudetto contro il Real Madrid.

In molti, però, pensavano che il suo tempo nella squadra “orange” dovesse ancora arrivare. Troppa concorrenza, troppa esperienza davanti a lui. E in estate, con gli arrivi di giocatori come Darius Thompson, Omari Moore e Kameron Taylor, la strada sembrava segnata: un prestito altrove per crescere, sbagliare, e accumulare minuti.

Del resto, stiamo parlando di un ragazzo di soli diciannove anni, alla sua seconda vera stagione da professionista, in un club che punta in alto e che sogna di avvicinarsi sempre di più al duopolio Real-Barça. Ma poi è arrivato Eurobasket, e tutto è cambiato.

In quella competizione, Sergio non ha soltanto sorpreso Valencia: ha sorpreso l’Europa intera. Con prestazioni mature, cariche di personalità, ha mostrato un talento e una freddezza che nessuno si aspettava da un giocatore così giovane. E così, il prestito — che sembrava inevitabile — è svanito nel nulla. Anche perché gli infortuni di Montero, López-Arostegui e Badjo hanno aperto improvvisamente lo spazio che De Larrea aspettava.

 

L’esplosione a Malaga

La vera esplosione è arrivata alla Supercoppa di Malaga. Tutti aspettavano di capire se il giovane avrebbe confermato le sensazioni dell’estate, e lui non ha deluso.

Prima la semifinale contro i padroni di casa dell’Unicaja: 15 punti in 18 minuti, sicurezza e istinto da veterano. Poi la finale, contro il Real Madrid del suo ex CT, Sergio Scariolo. In appena 19 minuti, ha messo 21 punti, decidendo il match con i liberi finali. Valencia alza la coppa, e nasce “Larry”, come ormai lo chiamano tutti.

Trasferitosi da Valladolid nel 2021, De Larrea è una guardia tiratrice di 1,98 m. Piedi ancora un po’ lenti, rilascio alto e imprevedibile, e quella faccia impassibile che nasconde ogni emozione. In campo è glaciale, fuori è pacato, misurato, forse anche grazie alle radici familiari: figlio di cestisti, cresciuto dentro il gioco.

Una promessa che cresce

Come tutti i giovani, anche lui conosce alti e bassi. Dopo una brutta serata contro l’ASVEL, ha risposto da campione, firmando 23 punti in 22 minuti all’esordio casalingo alla Roig Arena contro la Virtus Bologna. Una prestazione scintillante, che ha acceso ancora di più i riflettori su di lui e lo ha inserito di diritto tra le rising stars più intriganti di questa stagione di Eurolega.

 

Ma ciò che colpisce di De Larrea è la sua mentalità: non si abbatte mai. Ogni occasione la trasforma in un trampolino. Prima l’Europeo, poi l’emergenza in squadra, ora la fiducia crescente del coach. Passo dopo passo, sta costruendo il suo futuro con calma, precisione e talento.

L’orizzonte NBA

Da tempo, diversi scout NBA seguono con attenzione le sue partite. Il profilo è di quelli che intrigano: quasi due metri di altezza, visione di gioco, capacità di creare sia per sé che per i compagni, e quella combinazione di freddezza e maturità che non si insegna. Se fino a qualche mese fa il suo nome compariva solo nelle previsioni di fine primo giro, ora le sue quotazioni stanno rapidamente salendo.

 

Il futuro è tutto da scrivere, ma a Valencia sembra davvero essere nata una stella.

Un ragazzo che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità, e che oggi, a soli diciannove anni, ha già fatto innamorare una città intera.

Perché certi talenti non esplodono per caso: semplicemente, aspettano il momento giusto per farsi vedere.

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