Paolo e Peppe, a voi due! Che bella la "new wave"italiana sulle panchine di Eurolega
Paolo Galbiati e Peppe Poeta: un anno fa era Trento-Brescia in LBA, oggi Baskonia-Olimpia in Eurolega
Paolo Galbiati e Peppe Poeta si affrontano questa sera nel Round 14 di Eurolega alla guida di Baskonia ed Olimpia Milano.
La palla a due delle 2030 nella storica cornice europea del “Buesa”sarà la prima sfida a questo livello tra due Coach che si stanno facendo largo a suon di ottima pallacanestro e gestione moderna delle proprie squadre.
Da Trento-Brescia a Baskonia-Olimpia
Un anno fa era Trento-Brescia, con due sfide di stagione regolare andate alla squadra allenata da Poeta (83-77 in casa, 75-78 fuori) ed una classifica che dopo 30 gare le collocò appaiate a quota 22 vite ed 8 perse, con il vantaggio quindi bresciano per via degli scontri diretti. Trento si fermò poi contro Milano nei quarti di Playoff, mentre Brescia arrivò sino all'atto finale in cui fu sconfitta dalla Virtus.
La Trento di Galbiati si fece però grande con il successo in Coppa italia, il secondo nella carriera del Coach, dopo una finale in cui dominò Milano in maniera tanto sorprendente quanto strameratata.
Oggi è Eurolega, palcoscenico di assoluto livello che giustamente appartiene ai due migliori esponenti della nuova generazione di allenatori italiani. Poi è chiaro come il termine nuovo si possa utilizzare maggiormente per Peppe, alla seconda stagione da capo allenatore ed alla quarta globalmente in panchina, con l'aggiunta di un biennio da vice in nazionale, mentre Paolo è seduto su diversi pini, come capo o vice allenatore, sin dai tempi delle giovanili di Olimpia Milano, collaborando allora con Luca Banchi, poi Torino, Biella, Cremona, Varese ed appunto Trento, esperienze cui vanno aggiunte quelle con l'Italia U-18, la nazionale maggiore e quella U-20.
Una sorta di destino li lega da quel 2018 in cui vinsero la Coppa Italia a Firenze: di quella Torino Peppe era Capitano e Paolo Coach. Sempre a livello di strade che si incrociano va ricordato come l'attuale allenatore di Milano abbia giocato al Baskonia nella stagione 2013/14, quindi la squadra guidata oggi dal suo avversario di questa sera.
Paolo da Vimercate, dove è nato il 20 febbraio 1984, e Peppe da Battipaglia, di circa un anno più giovane (12 settembre 1985): la nuova Italia delle panchine è loro, insieme a quel Francesco Tabellini che sta lavorando benissimo a Parigi portando avanti il progetto di Iisalo e Spiltter.
Quindi, e ci perdoneranno, non solo “mammasantissima” del calibro di Sergio Scariolo, oggi a Madrid, ed Ettore Messina, recentemente dimissionario Milano, ai quali si possono aggiungere anche i nomi di altri due ottimi allenatori quali Andrea Trinchieri, che ha chiuso la scorsa stagione sulla panchina dello Zalgiris, e Luca Banchi, splendido protagonista sino a gara 5 di Playoff con l'Efes. L'Italia delle panchine c'è eccome.

Galbiati e Poeta, basket moderno e gestione attualissima
Paolo e Peppe, quindi, così diversi per i loro percorsi, ma così simili per parecchi concetti nel proprio credo cestistico.
La loro pallacanestro è assolutamente moderna, fatta di ritmo, di transizioni rapide, di attacco che nutre la difesa e viceversa, di intensità e di capacità di farsi valere contro avversari più attrezzati. Soprattutto, però, la gestione degli uomini, punto chiave nel gioco e nel mondo di oggi. Più aperta, se vogliamo, quella di Peppe, anche dovuta alla permanenza più recente in panchina, più diretta quella di Paolo, che ha sicuramente un vissuto maggiore sino ad oggi.
Chiacchierando con loro si trova certamente un punto in comune e si chiama entusiasmo.
«Siamo mezzi rotti, veniamo da una preseason complicatissima, non fatta da diversi dei nostri giocatori, ma finalmente si inizia, è bellissimo». Queste le parole di Paolo Galbiati alla vigilia dell'esordio in Eurolega, nonostante sapesse bene che l'inizio della stagione sarebbe stato durissimo per via di un roster già corto di suo nonchè falcidiato dagli stop fisici dei suoi migliori atleti.
«Ho 40 anni, alleno l'Olimpia Milano, è una sfida difficile ma come posso a non essere felice?» Ripete così Peppe Poeta.
Orgoglio italiano? Apparirà pure retorico ma il concetto è quello, anche perchè francamente oggi il movimento degli allenatori nazionali è superiore a quello dei giocatori per livello, laddove tra questi ultimi le eccellenze si contano su… mezza mano.
Paolo e Peppe, due uomini intelligenti prima che allenatori capaci, che sanno bene come l'entusiasmo che si portano dietro non sia però sufficiente in un mondo feroce come quello di Eurolega.
Paole e Peppe, due allenatori che comprendono alla perfezione come oggi gestire sia spesso più importante che allenare nel senso storico del termine, che sanno come girarsi dall'altra parte di fronte al malcontento di questo o quel giocatore sia operazione di alto profilo, che hanno ben chiaro come non vi sia più solo la carta stampata ma un mondo immenso di critica con cui convivere e col quale sapersi dimostrare disponibili, due uomini che vivono l'oggi ben sapendo di aver a che fare con ragazzi di oggi. Non solo non è poco, è tantissimo.
"Xs & Os" sono importanti, su questo non si discute, ma è il modo in cui le si propongono che conta ancor di più e questi due Coach interpretano questa situazione nel modo migliore. Ed altrettanto fondamentale è la capacità di non imporre la propria pallacanestro, i propri principi, ma portare i giocatori di cui si dispone ad esprimersi nella rispettiva “comfort zone”, aggiungendo ogni giorno un particolare, una soluzione che rappresenti, alla fine, anche l'impronta migliore del Coach.
Due grandi sfide, ricche di entusiasmo e di rischi
Baskonia è piazza ai confini delle grandi della lega europea ma assai esigente, un po' come tutto il movimento spagnolo. Viene da anni abbastanza deludenti, soprattutto in patria, e chiede molto non dando altrettanto in termini di roster. La sfida è grande, però conforta come, nonostante le difficoltà iniziali, si cominci a vedere sprazzi sempre più intensi della “Galbiati ball”, cosa che il competente mondo iberico sta riconoscendo. Non va tuttavia dimenticato che proprio quel mondo si è sempre dimostrato assai chiuso agli stranieri in panchina, con pochissime eccezioni, vedi Jasi e Scariolo, comunque spesso discusse come nel caso del lituano.
Milano è Milano, basta questo. Poeta è salito in corsa su un treno che avrebbe dovuto e voluto prendere una volta fermo in stazione a giugno, costruendo di conseguenza un roster integralmente suo. E non inganni il pensiero comune, che non condividiamo assolutamente, della situazione “win-win”, ovvero credere che se le cose andranno bene sarà tutto merito suo mentre dovessero andare male non ci sarebbero problemi perchè si confermerebbe che i giocatori erano quelli, inconsistenti con Messina prima come con lui dopo. Non è per nulla così, ci sono rischi dietro l'angolo, anche immediati (una serie Pana-Virtus-Real-Fener in 8 giorni vi dice qualcosa?), c'è un mondo come quello di Eurolega che non perdona nulla come ci dimostrano continui ribaltoni di ideali professati e sconfessati in un batter d'occhio.
Paolo e Peppe, quindi, a voi due! Vorremmo ci fosse il pareggio ma purtroppo un referto giallo sarà nelle mani di uno dei due nella notte basca senza che ciò scalfisca minimamente la nostra certezza che tra qualche mese, a lavori quasi ultimati, vedremo due belle squadre, ognuna secondo le proprie possibilità ed anche oltre.
E' la “new wave” delle panchine italiane, godiamocela orgogliosamente.
