E' cuore Virtus, ma contro l'Olympiacos ci vuole altro
Partita in ghiacciaia dopo poco: l'Olympiacos domina a Bologna, la Virtus ancora in cerca di sé stessa.

Prevedibile nel risultato e nella differenza tra le due squadre, ma eccessiva nei modi e nelle tempistiche, Virtus-Olympiacos è stata poco più di una conferma: dura, ma giusta.
L’Olympiacos, sempre più in cima alla classifica di EuroLeague, continua a macinare gioco e a spazzare via quasi tutte le avversarie, ribadendo settimana dopo settimana che quanto accaduto l’anno scorso non deve ripetersi.
La Virtus, ancora alla ricerca di un’identità a fine febbraio, è sembrata una vittima sacrificale di fronte a una squadra che, dati alla mano, sembra praticare un altro sport. Le assenze di Polonara e Shengelia e l’imminente sfida con Milano possono giustificare le dimensioni del passivo, ma non l’atteggiamento arrendevole visto in campo.
Dopo 10 minuti di gioco, -20 e partita già in ghiaccio, su cui non vale nemmeno la pena soffermarsi troppo. Ecco allora tre spunti di riflessione più generali sulla Virtus.
Diouf e Zizic
Diouf, classe 2001 alla prima stagione assoluta in Euroleague, resta in campo 25 minuti lottando e provandoci (quanto meno). Lo stesso non si può dire di Zizic.
Il confronto con i pari ruolo greci è impietoso, ma comprensibile. Quello che invece non si può capire è come, paragonandolo allo stesso Diouf, emerga che il vero punto di riferimento del reparto e il “veterano” sembri proprio il giovane italiano, non un giocatore che ha persino calcato i parquet NBA.
Zero, scritto in lettere, i rimbalzi presi dal centro titolare della Virtus: e non stiamo parlando di un fondamentale tecnico. È evidente che ci sia un problema enorme, reso ancora più pesante dal fatto che il croato ha un contratto anche per la prossima stagione. Ad oggi, è altrettanto chiaro che non possa essere un tassello fisso delle rotazioni.

Virtus, cosa danno oggi Belinelli e Holiday?
Belinelli, tiratore di 38 anni, viene “aiutato” dopo l’infortunio di Clyburn affiancandogli un altro tiratore, di 35 anni (Holiday). Una strategia interessante, che pare abbia avuto anche il benestare di coach Ivanovic.
Tralasciando analisi su fit, necessità di quel profilo o qualità del giocatore, i numeri parlano chiaro: 8.3% da tre nelle tre partite contro Partizan, Paris e Olympiacos, 0/7 questa sera. Forse le percentuali non sono nemmeno il vero problema, ma una conseguenza delle scelte di tiro.
Deludente, sì, ma ancora più preoccupante in vista del finale di stagione: anche solo un tiratore efficace potrebbe fare la differenza tra avere o non avere una chance, considerando le basse percentuali dall’arco della Virtus e i (non) risultati della stagione. Qualcosa deve cambiare, e in fretta.

Virtus, l'atteggiamento contro l'Olympiacos
La sconfitta ci poteva stare. Ma scendere in campo in questo modo, al rientro dalla sosta nazionali e dopo la batosta contro Milano in Coppa Italia, è qualcosa di inspiegabile.
Anche perché domenica arrivano a Bologna proprio gli uomini di Ettore Messina: ci sta voler salvaguardare le energie, ma occhio a non posticipare troppo il momento in cui si inizia a fare sul serio.
Ogni giornata di non-basket proposto rende più complesso ritrovare la qualità necessaria per competere a questi livelli. E attenzione che questo atteggiamento non diventi un’abitudine, perché – come con i bambini – i principi si trasmettono da giovani, non da adulti. E al momento, la Virtus pare non avere né principi tecnici né emotivi.
Domenica sarà un bivio della stagione, in casa, davanti a una Segafredo Arena sold-out. Se sarà un altro no-game, le speranze di riprendere quota si ridurranno davvero al lumicino.
