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Spagnolo contro l'Olimpia
Spagnolo, Baskonia - Kosner Baskonia X

La sfida tra due dei nostri migliori alfieri della panchina, viene vinta da coach Galbiati, con il suo Baskonia che gioca una partita più intensa e merita la vittoria per 88-78 contro l'Olimpia Milano di Peppe Poeta.

La cronaca

L'inizio è usuale per Baskonia un po' meno per Milano, con le squadre che accettano ritmi elevati, con gli attacchi che hanno fretta di trovare soluzioni direttamente dalla transizione. Eppure la pulizia teorica non è accompagnata da percentuali altrettanto generose. 

6-6 al quinto minuto, 12 punti combinati. Ma, specialmente su questo parquet, le partite prendono fuoco facilmente. Il quarto infatti si chiude 23-20 per i padroni di casa, con un Matteo Spagnolo particolarmente ispirato e soprattutto deciso. L'Olimpia come detto accetta un ritmo anche nuovo, con continuità, anche se forse non proprio da piano partita, ma deve far i conti con le palle perse (9 nei primi 15') che azzoppano il flusso ricercato. Ricci aiuta con una solida pericolosità perimetrale (2 triple) mentre Shields non pare in serata (0/5 dal campo) ma non lesina ad esser utile in altri modi (4 rimbalzi). 

Si rivede in campo Lorenzo Brown dopo quasi due mesi e insieme alla prevedibile ruggine c'è un'idea diversa a cui adattarsi e ci sarà sicuramente modo di inserire l'esperto play, spagnolo d'adozione. Baskonia allunga fino a +8 in un paio di occasioni, ma Brooks e Booker chiudono tutti gli strappi. La tripla di Nowell però permette ai baschi di chiudere avanti di 7 (49-42) all'intervallo e forse per una partita in cui Milano è sempre costretta ad inseguire, non è neanche tanto male.

Anche perchè la vera folata arriva al rientro dagli spogliatoi. 6-0 di parziale casalingo che da la doppia cifra di vantaggio alla squadra di Galbiati (55-42) che oltretutto spreca con Kobi Simmons almeno un paio di triple per provare una fuga più decisa. Gol sbagliato gol segnato, su un rettangolo verde funzionerebbe così. Milano risponde con un parziale di 0-6, a totale firma Shields, che ritrova ritmo, cerca di caricarsi la squadra sulle spalle, attaccando soprattutto il piccolo Nowell. 

L'Olimpia però soffre a rimbalzo, alimentando sintomi già presenti nel primo tempo. Baskonia ha troppi possessi e l'ex Luwawu-Cabarrot, con diversi canestri di cui due triple, e il canestro di forza di Spagnolo firmano un 12-0 di parziale e questa volta la squadra spagnola è avanti si e di 18 punti (67-49). 

L'Olimpia è un po' troppo piatta, Ellis è stranamente esitante e Brown semplicemente lontano dalla forma migliore. Ci vuole una volata di Bolmaro per cancellare l'ennesimo +18 (70-52), con due punti al ferro, fondamentale assolutamente inviso nella serata basca. Non è una canestro però della speranza. Il quarto finale comincia con dei lampi di Howard, ancora lontano parente dal mortifero tiratore che ha infiammato i parquet europei (quest'anno sotto il 30% in tutte le competizioni), che prima ispira la tripla di Radzevicius (7 al debutto e subito grande consistenza) e con la prima tripla personale di serata (2/9 dall'arco) che da il nuovo massimo vantaggio (+22, 78-56).

Milano mette li un 7-0 che evidenzia quanto Baskonia necessiti di maggior continuità ma per ora gli basta il solito Luwawu-Cabarrot, faro della squadra di Galbiati che tampona l'emoraggia. I padroni di casa provano a complicarsi la vita, Milano si riavvicina, la partita non si eleva di livello onestamente, ma quando ci si avvia all'ultimo minuto, coach Galbiati chiama un timeout per preservare la doppia cifra di vantaggio, dopo 4 punti consecutivi di Nebo (83-73).

Una precauzione che permette al finale di non riaprirsi e il derby tra i due ex vincitori della Coppa Italia con Torino nel 2018, finisce 88-78.

Le chiavi

Baskonia trova una prestazione piuttosto continua, si con qualche black-out tra difesa e attacco a metacampo, ma che conduce dalla palla a due fino a poter metter il numero 5 alla voce vittorie. La prima partita senza Diallo, magari non la prima mente nella pallacanestro, ma giocatore dall'assoluto impatto di intensità e fisico, ha trovato diversi protagonisti oltre all'oramai proverbiale Luwawu-Cabarrot. 21 per l'ex di serata. 

Notevole anche la prova del nostro Spagnolo, 18 punti e un 1/6 dall'arco. Da sottolineare più per i 6 tentativi (con un paio di tentativi di buzzer) presi con decisione e segnale del lavoro su un fondamentale che il play pugliese ha messo nel mirino come oggetto di miglioramento, anche per creare maggior spazio per il suo ottimo gioco dal mid-range.

Una partita in cui Baskonia ha usato fisicità soprattutto sugli esterni per poi sviluppare dalla transizione, privilegiando il tiro da fuori (37 tentativi, con il 29%), costruendo spesso buone soluzioni. Una partita per tre quarti molto solida con un calo vistoso dopo aver toccato il massimo vantaggio. Nessun rischio finale ma forse il cent per fare l'euro, per alzare ancora il livello della squadra basca.

Milano regge un tempo ma non da mai l'impressione di esser fisicamente nel match. Intensità altalenante figlia di un'energia mai superiore ai padroni di casa. E alla Buesa diventa difficile passare senza questi ingredienti. Il terzo quarto diventa decisivo in negativo (12 punti) e una volta presa una spallata, la squadra di coach Poeta non da mai l'impressione di poter rientrare, se non con l'aiuto di Baskonia, che non è però troppo generoso in questo venerdì sera.

17 le palle perse, molte banali. Pochi invece i tentativi dall'arco, con soli 19 tentativi (aumentati nell'ultimo minuto) con solo 5 a segno. Con queste percentuali su volumi così bassi ovviamente diventa difficile anche aprire la scatola, ben difesa da Diop e Diakite. 16 a testa per Brooks e Bolmaro seppure più intermittenti delle ultime uscite. 

Brown ingiudicabile in questo momento, in cui è una buona notizia vederlo finalmente in campo. Brutta partita, ma è pur sempre un rookie, per Ellis, che oltre le cifre (2 con 0/6 dal campo) è sembrato più indeciso rispetto all'ultimo periodo di forma. 

Ora testa al campionato si, ma anche al Pana, prossimo appuntamento in Eurolega e ultimo al Forum prima dell'esilio olimpico all'ex Lido.

Brown contro Howard
Brown, al rientro - Olimpia Milano X

 

 

 

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